venerdì 22 febbraio 2008

60.mo anniversario dello Statuto Speciale

Intervento pronunciato in Consiglio regionale dal rappresentante della Casa della Libertà Dario Frassy, in occasione della celebrazione del 60.mo anniversario dello Statuto di Autonomia.

Oggi nel celebrare i 60 anni dello Statuto Speciale di Autonomia, sancito con legge statale costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948, non possiamo non notare l’assenza dello Stato nelle sue istituzioni politiche più rappresentative. Due anni fa celebrando in quest’aula il 60.mo anniversario dell’insediamento del primo Consiglio Valle, l’allora governo di centrodestra presieduto dall’On. Berlusconi ci onorò con la partecipazione del Presidente della Camera dei Deputati; presenza non formale, ma reale sentire politico evidenziato e testimoniato dal “principio dell’intesa” contenuto nella riforma costituzionale poi bocciata dal referendum e avversata dalle forze autonomiste. Paradossi della politica! Oggi, nella concomitanza di una legislatura nazionale anticipatamente giunta al termine, il dimissionario governo di centrosinistra ignora totalmente questa altrettanto importante ricorrenza della storia contemporanea della Valle d’Aosta. Non ci stupiamo, peraltro, più di tanto, visto l’atteggiamento di completa chiusura – per non dire di ostilità - dimostrato in questi due anni a Roma dal Governo di centrosinistra, appoggiato ciononostante – spesso in maniera determinante - dai due parlamentari eletti nella nostra regione.
Sessant’anni di intensi mutamenti sociali ed economici sono passati da allora e il quadro politico amministrativo è lontano anni luce da quel periodo, che sembra molto più lontano nel tempo. Non c’erano allora le regioni ordinarie, che ora rivendicano anch’esse maggiori autonomie, non c’era l’Unione Europea con le sue regole spesso bizzarre e sovente poco propense a considerare le “particolarità”. Lo stesso Stato nazionale è cambiato e con esso è stato modificato il suo atto di nascita: la Costituzione. La riforma del titolo V ha riscritto in chiave federalista-autonomista la fisionomia dello Stato, che da entità assorbente e unica titolare della potestà di decentramento politico-amministrativo è diventato entità composita, tant’è che ora l’art. 114 della Costituzione definisce la Repubblica Italiana formata dai Comuni, Province, Città Metropolitane, Regioni, e Stato.
Nonostante questo nuovo clima, la regione Valle d’Aosta non è ancora riuscita a portare a conclusione una proposta di aggiornamento del suo Statuto di autonomia. Negli ultimi quindici anni nonostante la stabilità della maggioranza politica regionale - egemonizzata dall’Union Valdotaine, forza autonomista per antonomasia - ben tre tentativi di riforma sono naufragati nel nulla; l’ultimo pochi giorni fa. La nostra Regione, antesignana dell’autonomia praticata sin dal 1191 con la Carta delle Franchigie riconosciuta dal conte Tommaso 1° e proseguita nel 1536 con la costituzione del Conseil des Commis, sembra aver perso la spinta propulsiva della propria coscienza autonomista.
Tra le cause del naufragio della Convenzione per la riforma dello Statuto l’incapacità delle forze cosiddette autonomiste di capire che l’Autonomia rivendicata ed ottenuta da Roma non può fermarsi ad Aosta in piazza Deffeyes. Chi continua a frapporre ostacoli alla creazione di un sistema delle autonomie in Valle d’Aosta, ritenendo i Comuni incapaci a praticare quote di autonomia in un contesto di riconoscimento statutario, sta facendo una battaglia di retroguardia in contrasto con lo spirito dell’Autonomia e non si è accorto che un tale riconoscimento di principio è già contenuto nell’art.114 della Costituzione italiana.
Essere autonomi vuol dire sicuramente avere maggiori competenze legislative, ma ciò non può ridursi ad una mera ridistribuzione di uffici, di personale, di appalti e di consulenze. Autonomia significa soprattutto creare i presupposti affinché la comunità valdostana possa crescere e progredire attraverso l’incentivazione della libera ed autonoma iniziativa; significa fare del proprio territorio una realtà aperta - in termini culturali, di idee e di conoscenze - in grado di restituire alla Valle d’Aosta un proprio ruolo sullo scenario nazionale e transalpino.
Evidente è l’incapacità della classe che ha governato negli ultimi vent’anni di dare risposte politiche nuove e moderne alle aspettative della comunità valdostana, attraverso un nuovo Statuto, inteso come fonte dei principi e delle competenze per il governo del territorio valdostano, come regolatore dei rapporti con Roma e con Bruxelles, come snodo tra l’Amministrazione regionale e quelle comunali. Di fronte all’impotenza di incidere nei contenuti ci si accontenta così di trastullarsi con le codifiche araldiche: stemmi, stendardi, onorificenze e inni. Smettiamola – colleghi consiglieri - di “giocare”! Nel sessantesimo anniversario è ora di dimostrare che siamo cresciuti e non semplicemente invecchiati!
Oggi in Valle d’Aosta siamo tutti autonomisti! L’autonomia è ormai patrimonio condiviso di tutta la comunità valdostana. La sfida politica non può più essere giocata su chi è più autonomista, bensì sui contenuti da dare all’Autonomia stessa. Ed è con questo spirito che l’area politica che io ho qui l’onore di rappresentare – il centrodestra del Popolo della Libertà – si appresta a confrontarsi nell’imminente momento elettorale e ad impegnarsi nella prossima legislatura. Da lunedì mattina – chiuse le celebrazioni per l’Autonomia durate ben quattro anni - la vera sfida, per far crescere la Valle d’Aosta nell’Autonomia e con l’Autonomia, non è nel nostalgico slogan “Toujours soixantième”, bensì nel dare un futuro al passato! Un passato ricco non solo di ricordi, ma anche di valori e principi, che, nonostante la loro attualità, sembrano – nella nostra regione – essere stati smarriti.

sabato 9 febbraio 2008

interpellanza: perdite delle società partecipate dalla Regione

Aosta, 8 febbraio 2008

Prendendo atto del rapporto pubblicato il 22 gennaio 2008 da Unioncamere, l’Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, intitolato “Mappa del capitalismo pubblico sociale”;

apprendendo che, sulla base dei dati pubblicati, appare un quadro desolante dei risultati dell’intervento pubblico locale nell’economia nel nostro Paese, poiché il 37% delle società controllate dagli Enti Locali (Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane) ha chiuso l’esercizio 2005 in passivo, con un miglioramento medio marginale (erano il 38% nel 2003);
considerato che nel Centro-Nord il dato medio è del 35% di società in perdita (erano il 36% nel 2003), e nel Sud del 46%, contro il 45% nel 2003;

tristemente rilevando che, fatta eccezione per il Molise, la Valle d’Aosta è la Regione italiana con i peggiori risultati (68% di società in perdita);

rilevando altresì che questo pessimo risultato, confrontato con il 2003 (53%) dimostra come l’economia pubblica in Valle d’Aosta stia letteralmente precipitando;
ricordando che il dato Unioncamere denuncia uno stato pre-comatoso della nostra economia pubblica regionale;

rammentando che ai sensi dell’art. 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008) la Regione dovrà cedere le partecipazioni vietate ai sensi del comma 27;

il sottoscritto Consigliere interpella l’Assessore competente per conoscere:

1) quali siano i dati del 2007 al netto di rifinanziamenti o aumenti di capitale sottoscritti per coprire perdite in sede di bilancio;

2) quali siano a suo avviso le cause di questo disastro economico;

3) in quali tempi e di quali società la Regione intenda dismettere le proprie partecipazioni ai sensi di legge;

4) se, stante il risultato fallimentare della sua azione in questa legislatura, non ritenga opportuno trarne le debite conseguenze, rimettendo la propria delega alle partecipazioni regionali.


Eddy Ottoz
(gruppo della Casa delle Libertà)

interpellanza: la pubblicità sui media

Aosta, 8 febbraio 2008

Avendo dovuto constatare con rammarico che nella seduta del Consiglio regionale di mercoledì 6 febbraio il Presidente ha dichiarato di non essere in grado di fornire in dati richiesti relativi alle ri-sorse finanziarie impegnate dell’Amministrazione nel campo della comunicazione attraverso i media;

ritenendo che l’attuale politica della Giunta in questo campo determini di fatto un deficit democratico, traducendosi in un non equo accesso di tutte le parti politiche ai mezzi di comunicazione;

sottolineando come sia altresì opportuno che, nella comunicazione locale, onde garantire una libera ed equilibrata informazione, i diversi mezzi di comunicazione possano accedere a risorse, siano esse contributi o acquisto di pubblicità, proporzionali alla loro diffusione e penetrazione sul mercato;

constatando la massiccia quantità di spazi pubblicitari acquistati dalla Regione e dai suoi Assessorati sui principali giornali e settimanali locali;

rimarcando come l’Assessorato alla Cultura si distingua in questo settore;

essendo evidente, pur tenendo conto della differente diffusione e penetrazione di ogni testata giornalistica, che la distribuzione di pubblicità regionale sulle stesse non segue un criterio oggettivo le-gato al rapporto costo/contatto;

il sottoscritto Consigliere interpella la Giunta per conoscere:

1) la distribuzione degli acquisti di pubblicità nel 2007 da parte della Regione, e il relativo fatturato, su ognuna cinque principali testate giornalistiche pubblicate in Valle d’Aosta (La Stampa edizione locale, La Vallée Notizie, La Gazzetta Matin, Il Corriere della Valle, Il Corsivo), con evidenziazione, per ognuna, della quota di acquisti effettuata dall’Assessorato alla Cultura e all’Istruzione;

2) quali siano di volta in volta i criteri e le garanzie di trasparenza nella scelta delle testate e della quantità di spazio pubblicitario su ognuna;

3) quali azioni intenda adottare, date le considerazioni in premessa, per riequibrare gli acquisti di spazi pubblicitari tra le varie testate.


Eddy Ottoz
(gruppo della Casa delle Libertà)